Prof. Giovanni Chieffi
(19 Luglio 1927 – 6 Marzo 2019)
Socio fondatore ed emerito dell’AIBG, Associazione Italiana di Biologia e Genetica
Da Giacomo De Leo
Purtroppo ed inevitabilmente continuano a lasciarci, come ho detto in altri momenti, le “colonne”, i Colleghi fondatori dell’AIBG con cui molti di noi hanno condiviso iniziative, interessi a volte battaglie, ma anche molti successi.
Con grande dispiacere adesso si è allontanato anche Giovanni Chieffi, Professore emerito di Biologia generale della Seconda Università di Napoli e nostro Socio emerito.
Uomo d’altri tempi non per motivi anagrafici ma per stile, la cui attività scientifica, accademica e gestionale in genere, per l’epoca in cui è vissuto, è stata proiettata in avanti, con dichiarata modernità; è stato un Collega che, durante la sua personale qualificazione e carriera, oltre a periodi di studio e collaborazione all’estero, ha avuto un percorso che oggi definirei raro, infatti ha condotto insegnamenti per diverse discipline (Genetica, Istologia ed Embriologia, Zoologia, Anatomia comparata ed infine Biologia generale di Medicina) ma svolgendo il suo servizio in più sedi italiane (Roma, Camerino, Napoli) e con diversi ruoli e risultati di prestigio.
Ricordo, soprattutto ai più giovani Colleghi, che la nostra Associazione nasce in un periodo storico di turbolenza organizzativa per l’istituzione università e perché contestualmente erano diffusi i conflitti tra le sedi che producevano dissapori ed ingiustizie sostanzialmente danneggiando la comunità. Era epoca di proposte di trasformazione del sistema università e dei meccanismi di reclutamento ma, per fortuna, tanti erano i ricercatori dell’area della Biologia e della Genetica che vivevano con grande entusiasmo il galoppare delle novità scientifiche e tecnologiche, che erano fermamente convinti della necessità di evitare sia la staticità culturale, sia che i destini delle sedi, e quindi dei ricercatori, fossero già scritti, a priori, e da pochi.
In quel periodo Giovanni Chieffi fu tra i primi a rendersi conto che era necessario costituire una figura giuridica atta a rappresentare le esigenze della comunità nelle sedi istituzionali, per esserne portavoce unico ma anche per disporre di un organismo democratico per il coordinamento tra le Scuole del territorio nazionale; quindi per essere strumento funzionale alla crescita scientifica dei suoi appartenenti e mezzo per programmare l’affermazione delle sedi e dei relativi ricercatori tramite il supporto al loro sviluppo scientifico ed alla conseguente valorizzazione accademica.
Per tali scopi Chieffi si prodiga con autorevolezza ed energia, insieme a pochi altri, preparando proposte e documenti, identificando il substrato culturale e di riferimento più idoneo, determinando consensi che, dopo anni difficili e travagliati, portano l’Assemblea dei professori associati ed ordinari della Biologia generale e Genetica (sostanzialmente di Medicina con pochi di Scienze e Psicologia) ad approvare, il 6 novembre 1990, lo statuto di una istituenda “Associazione Culturale Accademica e Scientifica”. Questa, con atto notarile, verrà costituita il 13 novembre 1990 in Napoli (sede istituzionale di Giovanni e presso un notaio suo amico); avrà denominazione “Associazione Italiana di Biologia e Genetica Generale e Molecolare” e la Giunta provvisoria nomina primo Presidente lo stesso Giovanni Chieffi che ricoprirà tale carica fino al 1995.
Con Giovanni ho vissuto intensamente il periodo della genesi dell’Associazione, dapprima lungo il faticoso percorso di dibattito e proposta, poi nella fase iniziale, sempre in sintonia e piena collaborazione; allora io ero “il piccolo” ma ero anche particolarmente entusiasta ed attivo e Giovanni riconosceva in me un collaboratore leale, propositivo, efficiente tanto che, con mia grande soddisfazione, me ne dava atto in privato, per iscritto ed in pubblico.
Era un uomo pratico, di inusuale abilità nella gestione e organizzazione delle vicende universitarie, si muoveva con disinvoltura tra aule, laboratori, ministeri, uffici, politici ed amici; pronto ad iniziative culturali ed innovative, ad azioni di “raccordo” accademico, a nuove proposte, a suggerire come risolvere problemi, insomma era particolarmente avvezzo ad affrontare gli argomenti, quali che fossero, sempre direttamente, con energia, piglio e determinazione. Ricordo bene le indecisioni, le differenti opinioni tra tanti di noi, le difficoltà di bilanciare le esigenze di gruppi di colleghi – di differente background culturale – che si accingevano a raggiungere l’obiettivo di un’unica omogenea associazione scientificamente valida ed accademicamente forte. Giovanni fu pronto a stemperare contrapposizioni e dispareri, a volte con la persuasione a volte con impeto ed energia, operando con abilità ed efficienza convinto della bontà delle idee, dei dibattiti, delle finalità che avevano portato a fondare l’associazione e che ne costituivano, allora come ora, l’ossatura.
Ho il piacere ed il dovere, in questo momento, di esprimere a Giovanni, anche oggi che non è più con noi, la riconoscenza per avere supportato la crescita della sede palermitana (anche di altre per la verità!). Molti di noi sanno (comunque io ne sono convinto) che l’attuale “struttura” accademica dell’odierno BIO/13, e di conseguenza anche la qualificazione ed affermazione dei suoi docenti e ricercatori, si deve a lunghi, a volte aspri, dibattiti, insieme ad illuminate iniziative e tante fatiche di pochi, tra cui Giovanni, impegnati per caratterizzare la nostra comunità, per farne crescere la qualità scientifica, per costituire massa critica accademica, per accogliere con virtuosa gestione ed equilibrio le istanze delle sedi (tutte, dal Nord al Sud).
Ricordo a me stesso, ed a tutti noi, che Giovanni ha condotto ricerche innovative, svolgendo, da antesignano, attività scientifica nel campo della endocrinologia comparata ed in generale per filoni di ricerca nell’ambito della embriologia e fisiologia comparata della riproduzione; le sue iniziative accademiche e le sue ricerche gli hanno consentito di fondare a Napoli una Scuola accademica e scientifica la cui valenza di ieri e di oggi è nota a tutti. I suoi interessi nel tempo si estesero e ricordo bene, solo per fare un richiamo, la passione con cui in più occasioni mi intrattenne sulle nascenti problematiche della Bioetica (è stato anche Direttore del Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica) e sulle relative implicazioni sociali pur nel rigore dei metodi scientifici. Non da meno sono stati l’impegno e l’energia che ha profuso nell’ambito dell’Accademia dei Lincei.
Desidero scusarmi con chi legge per avere, in questo breve scritto, richiamato alcuni ricordi personali intercalandoli a “schegge” di storia associativa ed accademica, ma da vecchietto credo, per fortuna con altri, che la memoria ed il passato abbiano la intrinseca forza di garantire il futuro!! In proposito sono convinto che chi ha avuto in mano il timone ha saputo tracciare una buona rotta.
Partecipo con emozione al lutto della Famiglia Chieffi e degli allievi della Scuola napoletana, ma in particolare rivolgo un abbraccio affettuoso a Paolo, Collega più giovane che in tempi ormai lontani ho seguito partecipando, fin dall’inizio della sua carriera, alle ansie di Giovanni in merito alle scelte di percorsi formativi, al futuro di crescita scientifica ed accademica.
By Giacomo De Leo
Unfortunately and inevitably continue to leave us, as I said at other times, the “columns” – the Founder Colleagues of the AIBG with which many of us have shared initiatives, interests and sometimes battles, but also many successes.
Giovanni Chieffi, Professor Emeritus of General Biology of the Second University of Naples and our Emeritus member, has now moved away with our great regret.
He was a man of other times not for reasons of age but due to his style. His scientific, academic and management activity in general, has been projected ahead his time, with declared modernity. He was a colleague who, during his qualification and career, in addition to periods of study and collaboration abroad, had a path that today I would call rare. Indeed, he taught courses for different disciplines (Genetics, Histology and Embryology, Zoology, Comparative Anatomy and finally General Biology of Medicine) but carrying out his service in several Italian locations (Rome, Camerino, Naples) and with different roles and prestigious results.
I remember, especially to the younger Colleagues, that our Association was born in a historical period of organizational turbulence for the university institution and because at the same time there were widespread conflicts between the university sites that produced disagreements and injustices substantially damaging the community. It was a time of proposals for the transformation of the university system and the recruitment mechanisms but, fortunately, there were many researchers in the area of Biology and Genetics who lived with great enthusiasm the gallop of scientific and technological innovations, which were firmly convinced of the need to avoid both the cultural immobility and the fact that the destinies of the Universities, and therefore of the researchers, were already written, a priori, and by a few people.
At that time Giovanni Chieffi was among the first to realize the necessity to constitute a juridical figure able to represent the needs of the community in institutional venues, to be its sole spokesperson but also to have a democratic body for the coordination between the Schools of the national territory; therefore, to be a functional tool for the scientific growth of its members and a means to plan the establishment of the sites and their researchers by supporting their scientific development and the consequent academic valorisation.
For these purposes, Chieffi strives with authority and energy, along with a few others, preparing proposals and documents and identifying the most suitable cultural and reference substrate. He contributed to determine consents that, after difficult and troubled years, lead the Assembly of Associate and Full Professors of General Biology and Genetics (mostly from the School of Medicine with few from Sciences and Psychology) to approve, on November 6th, 1990, the statute of an “Academic and Scientific Cultural Association” to be set up. The last came to be established, through a notarial deed, on November 13th, 1990, in Naples (Giovanni’s institutional headquarters and at a notary friend of him). The Association was named “Italian Association of General and Molecular Biology and Genetics”, while the provisional Board appointed Giovanni Chieffi as the first President, who held this office until 1995.
I intensely lived with Giovanni the period of the genesis of the Association, first along the arduous path of debate and proposal, then in the initial phase, always in harmony and full cooperation. At that time I was “the little one”, but I was also particularly enthusiastic and active so that Giovanni recognized me as a loyal, proactive and efficient collaborator, to the point that, to my great satisfaction, he acknowledged this in private, in writing, and publicly.
He was a practical man, of unusual ability in the management and organization of university events. He smoothly shifted among classrooms, laboratories, ministries, offices, politicians and friends; ready for cultural and innovative initiatives, for academic “connection” actions, for new proposals, to suggest how to solve problems. In short, he was particularly accustomed to dealing with topics, whatever they were, always directly, with energy, attitude and determination. I well remember the indecisions, the different opinions among so many of us, the difficulties of balancing the needs of groups of colleagues – of different cultural backgrounds – who were going to achieve the goal of a single, homogeneous, scientifically valid and academically strong association. Giovanni was ready to dilute contrasts and divergences, sometimes with persuasion or with impetus and energy. He operated with skill and efficiency convinced of the goodness of the ideas, of the debates, of the aims that had led to found the association and constituting, then and now, its skeleton.
I have the pleasure and duty, at this moment, to express to Giovanni, even today that he is no longer with us, the gratitude for having supported the growth of the Palermo site (also of others to be true!). Many of us know (I am convinced of it, anyway) that the current academic “structure” of today’s BIO/13, and consequently also the qualification and affirmation of its Professors and Researchers, is due to long, sometimes harsh, debates, together with enlightened initiatives and the many efforts of a few people, including Giovanni. They were committed to characterize our community, to make its scientific quality grow, to establish a critical academic mass, to welcome the demands from the sites with proper management and balance (all, from North to South).
I remind myself, and all of us, that Giovanni has carried out innovative research by performing, as a forerunner, scientific activity in the field of comparative endocrinology as well as embryology and comparative physiology of reproduction. His academic initiatives and his research allowed him to found an academic and scientific school in Naples, whose value of yesterday and today is known to all. His interests spread over time, and I remember well, to offer one example, the passion with which on several occasions he entertained me on the emerging problems of Bioethics (he was also Director of the Interuniversity Center for Bioethical Research) and on the related social implications still in the rigour of scientific methods. The commitment and energy he dedicated to the “Accademia dei Lincei” come not least.
I want to apologize to the reader for having, in this short essay, recalled some personal memories, interspersing them with “splinters” of associative and academic history. As an oldie, though, I believe, along with others, fortunately, that memory and the past have the intrinsic strength of guaranteeing future!! In this regard, I am convinced that those having the rudder in their hands were able to draw a good course.
I participate with emotion in the mourning of the Chieffi Family and the pupils of the Neapolitan School. Still, in particular, I extend an affectionate embrace to Paolo, a younger colleague who I have followed in times long gone, participating, from the beginning of his career, in the anxieties of Giovanni about the choices of training courses and the future of scientific and academic growth.